Gia’ l’espressione fertility day e’ da brividi. Ma la traduzione ufficiale “giornata della salute riproduttiva” e’ persino peggio. Nemmeno un mese fa, dopo il coro unanime di critiche ricevute alla presentazione della campagna, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin dichiarava all’Ansa: ?La direzione per la comunicazione sta valutando come ricalibrare la comunicazione. Abbiamo 22 giorni per migliorare la qualita’ della campagna?. Detto, fatto? Non proprio. E strano che nessuno, nemmeno all’Anci, l’associazione nazionale dei comuni che dal sito ufficiale della campagna risulta aver collaborato alla promozione della fatidica giornata, abbia avuto da ridire sull’ultima trovata di una campagna di “prevenzione” nata male e finita ancora peggio. Cosi’, siccome al peggio non c’e’ mai fine, ecco che in queste ore il Ministero della Salute che si e’ trovato costretto a singolari piroette per tentare di mettere delle pezze all’ennesima gaffe. La rimozione dall’incarico del responsabile della comunicazione del Ministero, evidentemente capro espiatorio per una situazione che non si vuole affrontare alla radice, non fa che rendere ancora piu’ clamorosa tutta la vicenda. La definiremmo una gaffe, ma pagata con i soldi dei contribuenti: 113mila euro il costo totale della campagna, a cui si deve aggiungere il gioco (gia’, un gioco non manca mai), chiamato “fertility game” dove il cittadino italiano e’ (era, visto che e’ stato rimosso) chiamato allegramente giocare con spermatozoi e ovuli guindandoli nella loro corsa a ostacoli, cercando possibilmente di evitare mozziconi di sigarette, bottiglie di alcolici e siringhe. Ora arriva la ciliegina sulla torta, con l’ultima sgradevole brochure. Tacciata di razzismo, l’immagine dell’opuscolo sulle “cattive abitudini” distribuito dal Ministero della Salute e’, ancor prima che discriminatoria (e gia’ basterebbe), inutile. Oramai si e’ capito il modo di declinare la parola “prevenzione” del Ministero della Salute. Un paio di fotografie prese dagli archivi, qualche slogan, tanti saluti e via. E siccome non c’e’ due senza tre aspettiamoci presto altre sorprese. Dove? Sul fronte azzardo: qui il pasticciaccio brutto, per dirla alla Gadda, sono i soldi – 50milioni di euro – previsti dalla passata legge di Stabilita’ per la cura delle patologie generate da questa piaga, soldi non ancora erogati dal Ministero della Salute e che in molti, interessati e solerti consulenti di vuoti a perdere, non vedono l’ora di destinare alla “prevenzione”, anziche’ all’opera di cura. Quale sia il concetto di prevenzione che gira dalle parti di Roma (e non solo), oramai, e’ chiaro. I risultati, sotto gli occhi di tutti.
CRONACA
22 settembre 2016
FERTILITY DAY. Sprecati 113mila euro