Nel quadro dei servizi di prevenzione generale e controllo economico del territorio, i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Napoli, nei giorni scorsi, hanno intensificato le attivita’ di controllo con particolare attenzione al fenomeno dell’abbandono e dello smaltimento illecito dei rifiuti. “In particolare – si legge in una nota delle Fiamme gialle -, negli ultimi giorni il gruppo di Afragola ha effettuato delle ispezioni presso le aziende operanti nel settore delle calzature e dell’abbigliamento aventi sede nel distretto commerciale di Grumo Nevano, Casandrino e Sant’Antimo, accedendo presso due distinti opifici gestiti, rispettivamente, da una cittadina di nazionalita’ indiana e da un cittadino italiano. Nella prima azienda e’ stata riscontrata la totale assenza di qualsivoglia documentazione attestante lo smaltimento lecito dei rifiuti. Infatti, la ditta individuale visitata non era in possesso del previsto formulario per i rifiuti speciali ed in contabilita’ non e’ risultata traccia di documenti fiscali con societa’ operanti nella raccolta di scarti di lavorazione”.
“Inoltre – spiegano ancora i finanzieri -, tra i macchinari presenti nel locale erano accantonati numerosi sacchi contenenti rifiuti indifferenziati di scarti di lavorazione, presumibilmente pronti per essere “smaltiti” illecitamente dall’azienda. Intenti al lavoro c’erano 9 operai, di varie nazionalita’, 7 dei quali completamente “in nero”. al termine dell’intervento, veniva sequestrata l’intera attivita’ commerciale unitamente ai beni strumentali presenti nei locali. Contemporaneamente veniva effettuato un controllo presso un’altra azienda, allestita all’interno di un garage di circa 400 mq, privo di uscite di sicurezza, impianto di areazione e con servizi igienici in pessime condizioni, dove 18 operai, tutti “in nero”, erano impegnati a produrre capi di abbigliamento. L’assenza di agibilita’ dei locali, le condizioni di sicurezza per i lavoratori, la forza lavoro trovata – irregolare al 100% – comportava il sequestro penale dell’intero opificio, unitamente agli oltre 30 macchinari industriali ed alle migliaia di metri di stoffa e tessuto presenti”.