«Non è possibile. Com’è potuto accadere?». Non riesce a darsi pace Vincenzo, papà di Sebastiano. E’ seduto sul muretto di fronte alla rampa d’accesso al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo. Ha il viso rigato dalle lacrime e stringe forte le mani, quasi come se volesse afferrare quel dolore e lanciarlo lontano da lui. Impossibile. Il destino gli ha appena portato via quel figlio che rappresentava il suo orgoglio. Un ragazzo educato, gentile, solare che lo amava tanto e con il quale amava farsi fotografare. Un legame strettissimo spezzato da una meningite, probabilmente, che ha riservato una fine crudele, ingiusta, a Sebastiano.
Vincenzo è circondato dai suoi colleghi, poliziotti della stradale di Sorrento che appena hanno appreso la notizia non hanno esitato un attimo a raggiungerlo all’ospedale San Leonardo. Gli sono accanto, provano a fargli coraggio, si uniscono al suo dolore, a quello della moglie, delle altre due figlie, cercano parole che in questi casi è quasi impossibile trovare.
Più passa il tempo e più il piazzale del pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo si riempie di amici, parenti e conoscenti di Sebastiano. Hanno tutti la stessa espressione, un mix di dolore e incredulità. C’è chi l’ha incontrato ieri, chi appena qualche giorno fa stava scherzando con lui oppure magari l’aveva sentito telefonicamente o con qualche messaggio. Amici di scuola che condividevano con Sebastiano passioni e sogni. Sì sogni, proprio quelli che per il 18enne di Agerola sono finiti ieri su una barella del pronto soccorso del San Leonardo. «Non è possibile, com’è potuto accadere?», una domanda alla quale purtroppo non ci sarà mai una risposta.