CRONACA
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“L’Italia non è soltanto un passaggio per i terroristi. Nel nostro paese c’è chi offre supporto logistico agli autori delle stragi, dando loro documenti, rifugi, case”. Lo sottolinea il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, in un’intervista a Repubblica, parlando dei legami degli stragisti in Italia. Il pericolo, afferma, “fin qui è stato fronteggiato in maniera egregia, grazie allo straordinario lavoro delle nostre forze di polizia e dei servizi”, ma “nulla ci esime dal rischio, tanto più che ora abbiamo il martire in casa”. Evidenzia anche come “i piccoli terroristi hanno bisogno di aiuti da parte della criminalità. Penso ai documenti falsi, e non è un caso che a Napoli, Caserta, Bari, Roma, si siano create delle centrali di falsi proprio a servizio degli immigrati. I piccoli terroristi si devono finanziare con la microcriminalità e, da questo punto di vista, Italia e Spagna sono le culle”. Roberti precisa però che “non c’è un solo caso di foreign fighter arrivato con il barcone”; Amri “era sbarcato a Lampedusa. Ma cinque anni fa non era uno jihadista”, “nel suo percorso in prigione in Italia, ha trovato nella disperazione, nell’isolamento, nell’emarginazione, le convinzioni del suo percorso di radicalizzazione”.
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