Castellammare. Confiscato alla camorra vent’anni fa, sparito all’improvviso dalle carte e mai assegnato all’associazione che, nel frattempo, negli ultimi dieci anni ha riutilizzato i due appartamenti che si trovano ai piani superiori per ospitare migranti. E’ la strana storia del deposito/garage in via Santa Caterina 29, nel cuore del centro antico, in quella palazzina dove a Castellammare si è sperimentata l’unica e sola esperienza di beni confiscati riutilizzati a fini sociali, così come prevede la legge.
Qualcosa, però, non è andato per il verso giusto e quel locale terraneo di 39 metri quadrati, rendita catastale poco superiore ai 500 euro, si è perso per strada fino a sparire dalle carte. Eppure le indicazioni delle particelle catastali che lo riguardano figurano in ogni atto che riguarda i beni confiscati a Liberato Paturzo, imprenditore ritenuto dai giudici vicino al clan D’Alessandro.
Alessandra Staiano
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