Il nuovo ghetto di via Mulini a Vapore ospita venti famiglie rom. Non da un’ora ma da ben due settimane. Da quando il primo cittadino Giosuè Starita aveva ordinato lo sgombero dell’area in Largo Macello e aveva atteso che, pacificamente e dopo giorni di trattative,i rom lasciassero quell’area autonomamente, individuando un nuovo spazio e senza correre alla forza, nel rispetto anche dei tanti minori. Di qui l’idea di occupare l’ex scuola Morrone: un plesso abbandonato, un ricettacolo di rifiuti che già ospitava altri rom. E così, mentre tutti erano impegnati a fare il conto della rovescia per Largo Macello, – dove ora sono partiti i lavori della bretella di collegamento- i rom costruivano case in cemento e legno nel piazzale della scuola, ora dopo ora, hanno costruito un nuovo villaggio e tutto alla piena luce del sole. Venerdì mattina un primo acceso da parte dei vigili urbani del comando di piazza Nicotera e i primi sigilli: ma i caschi bianchi hanno pensato solo di rendere off limits solo un piccolo manufatto in fase di completamento . Poi, improvvisamente, ieri mattina si sono svegliati e hanno fatto irruzione sequestrando tre manufatti in cemento ed un in legno. Non solo: hanno anche denunciato i capi famiglia per abuso edilizio. Ovviamente, due settimane in cui hanno fatto finta di non vedere e non sentire. Perchè? E così ora è scattata la rivolta: «Ci avevano promesso che da qui non ci cacciavano e ora invece prima entrano con la scusa del censimento e poi sequestrano. Ci hanno chiesto carte d’identità dicendo che dovevano fare una relazione e invece ci hanno denunciato: abbiamo i bambini, il parroco ci aveva detto che da qua non andavamo via, ora ci sigillano le case e poi?». E ora la situazione rischia di diventare un vero e proprio boomerang e ingestibile.
CRONACA
9 gennaio 2017
Dopo quindici giorni “scoperte” le baracche abusive dei rom a Torre Annunziata