Torre del Greco. Il sindaco Ciro Borriello e l’assessore ai lavori pubblici Luigi Mele scrivono al procuratore generale presso la corte d’appello di Napoli per chiedere un incontro urgente in cui discutere della questione-abbattimenti all’ombra del Vesuvio.
Una questione cerchiata in rosso sull’agenda politica del leader locale del centrodestra, pronto a portare avanti – durante i due anni e mezzo di mandato-bis a palazzo Baronale – una vera e propria crociata in difesa del diritto alla casa. «Di certo – la premessa dell’ex deputato di Forza Italia – l’abusivismo è da condannare, ma non si può ignorare come l’aspirazione a conservare un alloggio per sé e la propria famiglia rappresenti in ogni caso un diritto primario. Perché, mancando la casa, tutti i restanti diritti fondamentali non si possono adeguatamente realizzare per difetto di un luogo essenziale in cui fiorisce la salute, l’istruzione e il benessere».
Circostanze niente affatto secondarie, in una città in cui gli abusi edilizi – circa 13.000, secondo i recenti report dell’ente di palazzo Baronale – rappresentano una piaga irrisolta da 30 anni. «Il nostro Comune – sottolinea Ciro Borriello – si troverebbe, all’indomani degli abbattimenti, a fronteggiare una moltitudine di senzatetto senza avere la possibilità di garantire soluzioni alternative e con prevedibili ripercussioni negative per l’ordine pubblico e la sicurezza».
Insomma, la regolare esecuzione di tutte le ordinanze di demolizione rischierebbe di provocare una vera e propria emergenza sociale: una circostanza evidenziata all’interno del cosiddetto disegno di legge presentato dal senatore Ciro Falanga per fissare «criteri di priorità per l’esecuzione degli abbattimenti di manufatti abusivi».
Un disegno di legge approvato dal Senato, ma ora atteso all’esame della Camera dei Deputati: «Tale disegno di legge – ricorda il primo cittadino – prevede, in caso di pluralità di demolizioni, una serie di priorità». Priorità legate a eventuali pericoli per la pubblica e privata incolumità, alla riconducibilità degli immobili alla malavita organizzata, al tipo di utilizzo dell’immobile e alla possibilità dei proprietari delle abitazioni fuorilegge a trovare autonomamente una diversa sistemazione.
Solo in ultimo, poi, sarebbero demoliti i cosiddetti abusi di necessità. «Si ribadisce massimo rispetto per le sentenze e per l’attività svolta dalla procura della Repubblica – conclude la missiva – ma, alla luce delle criticità rilevate sul territorio cittadino, chiediamo un incontro per rappresentare in dettaglio tali drammatiche circostanze e per provare a dare uno spiraglio di salvezza a migliaia di famiglie».