Il regolamento copiato dalla Provincia di Caltanissetta è ormai acqua passata. L’amministrazione comunale di Vico Equense cambia passo, ammette tra le righe la gaffe e firma il dietrofront. O meglio, tenta di chiarire i contorni di una vicenda che ha fatto scoppiare l’ennesima lite politica con l’opposizione.
Pomo della discordia? La delibera di consiglio comunale approvata alcuni giorni fa per dare il via libera all’accesso agli atti dei cittadini. Un atto necessario, importante, improntato alla trasparenza. Ma al cui interno c’erano riferimenti precisi di un testo uguale già in vigore a Caltanissetta con tanto di indirizzo di posta certificata. Ed è qui che si è sollevato l’ennesimo polverone della serie complice anche il precedente che ha visto il sindaco Andrea Buonocore presentare un programma tale e quale a quello di un candidato sindaco di Frosinone.
«Era una bozza» si affrettano a chiarire dal gruppo di maggioranza VICOinvolgiAMO provando a spegnere le polemiche. «Il regolamento dell’accesso civico è un adempimento normativo che viene predisposto dal segretario comunale sulla base di format che possono essere rielaborati e adattati dai singoli enti che li adottano – si legge in una nota -. Partendo da questa considerazione non ci sentiamo di condannare l’operato di chi può aver commesso un errore formale piuttosto invitiamo a entrare nel merito di quanto contenuto nel regolamento. L’errore inerente indirizzo Pec e numero telefonico è relativo a una prima bozza presentata e corretta in alcuni punti in sede di commissione consiliare regolamenti e statuto rappresenta un “refuso” che è rimasto comunque in forma di file tra i documenti dell’ufficio pertinente per “prassi amministrativa” e in seguito inviato per errore ai capigruppo, compresa la minoranza, prima del consiglio. Tale copia errata è quella fatta circolare via social network e non corrisponde assolutamente alla copia agli atti del consiglio comunale, nella cui sede è stato approvato il regolamento nella sua forma corretta e senza alcun errore formale. Ricordiamo che gli atti per essere ufficiali e per essere “diffusi” devono essere approvati e pubblicati sull’albo pretorio, albo dal quale è possibile riscontrare la veridicità di quanto affermiamo. Entrando nel merito – continua la maggioranza – del regolamento approvato riteniamo che lo stesso sia equilibrato nel contemplare due esigenze distinte e contrapposte: la necessità della trasparenza degli atti amministrativi e quella di tutelare il diritto alla privacy dei soggetti che con l’ente pubblico entrano in contatto».
CRONACA
11 febbraio 2017
Delibera-papocchio, scatta la caccia alla talpa di Vico Equense