Torre del Greco. Una stangata a complessivi 24 anni di carcere in continuazione con la condanna a dodici anni di reclusione emessa dal gup del tribunale di Torre Annunziata a febbraio del 2015. È la pena “esemplare” incassata dal king of narcos di vico Pezzentelle – al secolo Maurizio Garofalo, noto come ‘o pulliere – al termine del processo con rito abbreviato alla holding dello spaccio messa in piedi con Luigi Papale, il padrino del clan con interessi e affari a cavallo tra Ercolano e Torre del Greco.
Un’alleanza per inondare di cocaina e hascisc le piazze della droga all’ombra del Vesuvio, spezzata dall’inchiesta con cui – a ottobre del 2016 – la direzione distrettuale antimafia di Napoli ottenne l’arresto di 25 capi e pusher al soldo di Maurizio Garofalo e dei “Bottoni” di via Fontana.
Proprio il ruolo di vertice della holding del centro storico è costato caro a ‘o pulliere, a cui sono stati aggiunti ulteriori 12 anni di cella ai precedenti già inflitti a febbraio del 2015. Ugualmente pesante – sebbene dimezzate rispetto alle pene invocate dal pm Maria Di Mauro – le condanne incassate dalla due socie in affari di Maurizio Garofalo: la moglie Franca Magliulo e Raimonda Sorrentino – entrambe assistite dall’avvocato Gennaro Ausiello – si sono viste infliggere dieci anni di reclusione.
Identica la condanna portata a casa dal padrino Luigi Papale e dal suo colonnello Andrea Oriunto, indicati come i promotori del patto per la droga con il signore dello spaccio. Parzialmente salvo, invece, Antonio Garofalo: il figlio di ‘o pulliere – assistito sempre dall’avvocato Gennaro Ausiello e difeso a spada tratta dal padre durante l’udienza finale del processo celebrato davanti al gup Luisa Toscano del tribunale di Napoli – dovrà scontare, salvo ulteriori riduzioni in appello, sei anni di galera.
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