L’emergenza rifiuti non risparmia nessuno a Ercolano. Nemmeno le vittime innocenti di camorra. E proprio nel giorno in cui il disastro della raccolta finisce sul tavolo del Prefetto di Napoli, davanti alla lapide in ricordo di Salvatore Barbaro – ucciso per errore dai clan il 13 novembre del 2009 – spunta una discarica a cielo aperto.
Siamo in via Mare, rione del centro storico. Qui fu ucciso Salvatore, un ragazzo di 29 anni che pagò con la vita l’assurda svista di un killer del clan Ascione-Papale. Lo avevano scambiato per un boss – aveva la stessa auto di un uomo del clan Birra- e morì crivellato sotto una pioggia di proiettili proprio a due passi dalla lapide che oggi lo ricorda.
L’immagine della lastra di marmo con vista sui rifiuti vale più di mille parole ed è lo specchio di un’emergenza che ormai da mesi tiene in scacco la città. Un’emergenza talmente grave da spingere il Prefetto di Napoli, Carmela Pagano a convocare un incontro urgente per discutere dei disagi.
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