Ercolano. Per la camorra l’innocenza di un bambino è come un’arma. Uno scudo che serve a proteggere dall’ombra del sospetto.
Dopotutto chi immaginerebbe mai che un killer giri in motorino assieme a un bambino per stanare i suoi nemici? Chi penserebbe mai che un affiliato arrivi ad usare un ragazzino per colpire a morte un boss? Eppure negli angoli più bui della storia della camorra c’è anche questo capitolo.
Ercolano, Italia 13 novembre 2009. A via Mare – traversina troppo stretta anche per un furgone – viene ucciso Salvatore Barbaro, vittima innocente della camorra. I killer scambiarono la sua auto per quella di un boss del clan Birra-Iacomino. Dopo sette anni vengono arrestati i presunti killer. Si apre il processo e sul banco dei testimoni finisce Antonella Madonna, super pentita del clan Ascione-Papale ed ex moglie del boss Natale Dantese.
Lady camorra conferma quello che già aveva detto all’Antimafia. Dice che Barbaro è morto da innocente, ribadisce che a commettere il delitto fu Vincenzo Spagnuolo (già condannato a 30 anni in primo grado). Accusa il suo ex di essere il mandante del massacro.
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