Castellammare di Stabia. E’ invalido al 100%, lo hanno accertato i medici, l’Inps, persino il ctu incaricato dal Tribunale dopo il ricorso che ha presentato per ottenere l’indennità d’accompagnamento. Eppure non percepisce la pensione e ora potrebbe essere costretto a ripetere tutta la procedura. Per colpa di una perizia che dopo 15 mesi non è stata ancora depositata.
La vittima di un assurdo intreccio burocratico è Alfonso Cascone, un 50enne di Castellammare di Stabia. Nel 2014 l’uomo lavorava come macellaio in un’azienda stabiese, ma fu colpito da un’ischemia cerebrale che gli ha provocato danni irreparabili, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di muoversi. Da quel momento, dopo essere stato licenziato, ha presentato domanda per ottenere la pensione d’invalidità e l’indennità d’accompagnamento. Tutte le visite mediche a cui s’è sottoposto hanno accertato che è invalido al 100%, ma essendo giovane la legge prevede che ci debbano essere dei controlli triennali per ottenere il rinnovo. Controlli di routine considerando la gravità della sua situazione. La pensione, di circa 290 euro, finora non gli è stata pagata perché beneficiava del sussidio di disoccupazione previsto dallo Stato dopo il licenziamento. Mentre per ottenere l’indennità di accompagnamento, circa 500 euro, ha dovuto presentare un ricorso al Tribunale di Torre Annunziata.
A distanza di tre anni, con il sussidio di disoccupazione ormai scaduto, così come la prima domanda per la pensione d’invalidità rischia di ritrovarsi a reddito zero.
Perché? Può sembrare assurdo ma proprio quel ctu che in una bozza ha confermato la totale invalidità non ha depositato la perizia. A distanza di 14 mesi dal momento in cui ha ricevuto l’incarico. Senza la decisione del Tribunale quella prima domanda presentata nel 2014 è nulla e Alfonso non può ottenere il rinnovo, che va in continuazione, ma deve far ripartire daccapo tutto l’iter.
«E’ assurdo – dice la moglie – serviranno anni per ottenere la pensione e nel frattempo deve affrontare cure necessarie per la sua condizione di salute che costano centinaia di euro al mese. Non è possibile accettare una situazione del genere. Non sappiamo più come andare avanti».