Torre del Greco. Il fratello minore sogna di prendere il posto del sindaco Ciro Borriello alla guida della quarta città della Campania, il fratello maggiore trascina il Comune davanti al tribunale amministrativo regionale di Napoli per provare a evitare la demolizione delle opere abusive realizzate nel feudo di famiglia. Non finisce di provocare imbarazzi la vicenda relativa ai lavori fuorilegge realizzati da Achille Mele tra via Circumvallazione e via Cavallo, fortino elettorale dell’assessore ai lavori pubblici Luigi Mele.
La battaglia giudiziaria
L’ennesimo capitolo di una saga iniziata all’indomani dei primi malumori registrati all’interno della maggioranza guidata dal leader locale del centrodestra è stato scritto il 15 giugno, quando la giunta comunale ha dovuto affrontare la questione del ricorso al Tar Campania presentato da Achille Mele. Una questione portata all’attenzione dell’esecutivo cittadino direttamente dal sindaco Ciro Borriello: in assenza di Luigi Mele – uscito temporaneamente dalla sala al primo piano di palazzo Baronale per motivi d’opportunità – i colleghi dell’ingegnere con il sogno di indossare la fascia tricolore hanno deciso di resistere al ricorso presentato dal “re dei concessionari” al Tar Campania, affidando la tutela dell’ente di largo Plebiscito agli avvocati dell’ufficio affari legali del Comune.
Le contestazioni sott’accusa
Al centro della vicenda ci sono gli abusi edilizi rilevati dagli agenti di polizia municipale durante il sopralluogo effettuato il 22 novembre del 2016, il primo di una lunga serie di ispezioni all’interno del feudo dell’assessore al lavori pubblici di Torre del Greco. Al termine dei controlli, i caschi bianchi del comando di largo Costantinopoli rilevarono diverse anomalie e difformità rispetto ai permessi a costruire in possesso di Achille Mele: incongruenze finite in una dettagliata relazione inviata ai responsabili del settore urbanistica del Comune. In particolare, all’interno della proprietà di via Cavallo era presente un secondo varco carrabile non autorizzato e la recinzione su via Circumvallazione – anziché essere realizzata con pali di legno e rete metallica, come previsto dal permesso a costruire in possesso di Achille Mele – era costituita da un muro in calcestruzzo con sovrastante ringhiera in ferro. A completare l’elenco degli abusi edilizi scoperti dai vigili urbani durante i controlli del novembre 2016 l’allargamento fuorilegge del varco d’accesso su via Circumvallazione: al posto dei 4 metri previsti dall’autorizzazione, Achille Mele aveva realizzato un cancello di 5 metri e ottanta centimetri. Opera abusive che, secondo l’ordinanza di demolizione firmata il 28 marzo del 2017 dall’ingegnere Giovanni Mennella, dovevano essere immediatamente cancellate con successivo ripristino dello stato dei luoghi. Oppure, il provvedimento doveva essere impugnato davanti al Tar Campania entro 60 giorni dalla notifica: una strada scelta dal fratello dell’assessore Luigi Mele per provare a “salvare” il cancello d’ingresso alla sua attività commerciale o – in ogni caso – prendere tempo rispetto all’abbattimento deciso dall’amministrazione comunale. Una strenua resistenza, capace di provocare pesanti imbarazzi a palazzo Baronale. Dove l’assessore Luigi Mele è già finito in diverse occasioni sulla graticola politica preparata dagli “alleati” a caccia della sua poltrona.
I capitoli successivi
Il ricorso al Tar Campania presentato da Achille Mele potrebbe essere solo il primo dei round legali tra i familiari dell’assessore con velleità da sindaco e il Comune. A maggio, infatti, una nuova ordinanza di demolizione – relativa a differenti abusi edilizi, riscontrati durante un’ispezione dell’aprile 2017 – è stata firmata a carico del fratello dell’assessore Luigi Mele. Che – visti i tempi del tribunale amministrativo regionale – in caso di candidatura si potrebbe ritrovare con un fratello “avversario” del Comune di cui vorrebbe diventare sindaco.
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