”Cucino ‘pasta e fasule’ e cantiamo ‘O sole mio’ con nonno Paul. Cosi’ faccio crescere italiani i miei quattro figli. Ma lo sapevate che l’inno piu’ famoso al mondo fu scritto per una nostra parente?”. Mira Sorvino, eterna ‘Dea dell’Amore’, il 28 settembre compira’ ‘per l’undicesima volta 39 anni’ e a Ischia Global fest festeggia la carriera con un premio e l’anteprima di un film, ‘ 6 Below’ di Scott Waugh, dove interpreta la madre di Josh Hartnett. ‘E’ la storia dell’ex campione olimpico di hockey Eric LeMarque e di un incidente di snowboard, molto spettacolare realizzato con tecnologia immersiva”, racconta la quasi 50enne signora filiforme e in splendida forma. Poi sottolinea: ”E comunque nella realta’ io ho solo 9 anni piu’ di Hartnett. Nonna Marietta mi diceva che se si e’ giovani dentro non si invecchia, e a me l’eta’ non fa paura. I ruoli a Hollywood? Diciamo che per le donne le difficolta’ iniziano dopo i 38, ma io sono fortunata, mi offrono sempre cose interessanti, sopratutto in televisione dove si sperimenta e si osa di piu’. Per venire a Ischia mi sono presa una pausa dal set di un bellissimo rifacimento dei ‘Tre giorni del Condor’. Comunque, che le donne siano pagate meno degli uomini mi da’ fastidio, in genere ci sono quattro ruoli forti maschili e con i soldi che restano si paga una attrice…”. Parenti al Vomero, sposata a Capri (con l’attore Christopher Backus, location scelta nel 2014 grazie a Pascal Vicedomini che la invito’ al festival gemello del Global) Mira Sorvino e’ la piu’ italiana delle americane. Non solo in cucina, dove ha modificato da vegetariana il classico ragu’: ”Mi sono formata con il vostro cinema, Fellini e la Dolce Vita. Le notti di Cabiria il mio cult , la Masina il mito ed amo molto Pasolini. Purtroppo oggi tra impegni e famiglia non sono aggiornata sui nuovi autori, ma mi piacerebbe lavorare ancora in Italia, l’esperienza con Bertolucci e sua moglie per il Trionfo dell’amore fu fantastica. Girammo nella splendida Lucca e sul set mangiavamo benissimo e bevevamo vino, impensabile a Hollywood”. Impossibile non rievocare l’emozione dell’Oscar vinto nel 1996 per il film di Allen e le lacrime di papa’, immenso caratterista eppure mai nominato ”a lui devo tutto, fu un Oscar ai Sorvino, ricordo solo che mi sentivo fluttuare” . La storia della zia antenata che sarebbe la ragazza napoletana dai boccoli d’oro a cui Capurro dedico’ ‘O sole mio’ e’ un cavallo di battaglia di Paul che la immaginera’ sicuramente uguale all’adorata Mira. ”Ce lo hanno confermato gli eredi dell’autore, per noi e’ una canzone di famiglia” ricorda lei che ha chiamato due figlie con gli italianissimi nomi Mattea e Lucia. Nipote di un emigrante a 4 anni (“Mio nonno Fortunato, che dolore non essere riuscito a portarlo al festival di Venezia prima che morisse” ricorda commossa) la diva da anni si batte con le Nazioni Unite contro le tratte degli esseri umani, dramma nel dramma delle migrazioni. “So che l’Italia e’ in prima linea , faccio l’appello perche’ tutti i governi investano di piu’ nella formazione chi combatte questi crimini orrendi. Il mio Paese purtroppo spende tanti soldi solo per gli armamenti”.
CRONACA
10 luglio 2017
Mira Sorvino, la dea da Oscar che è napoletana dentro: «Cucino “pasta e fasule” e canto ‘O sole mio»