Terra Santa: condannato Ciro Serrapica, rinviati a giudizio l’ex sindaco Claudio D’Alessio e tutti gli altri 28 imputati che hanno scelto di affrontare con rito ordinario il processo sulla presunta gestione scandalosa del cimitero di Pompei con mazzette per esumare cadaveri e fare posto ai morti “raccomandati”. E’ il verdetto emesso ieri sera dal gup Mariaconcetta Criscuolo del Tribunale di Torre Annunziata.
Soltanto due imputati avevano optato per il rito abbreviato e sono stati entrambi condannati. L’ex presidente del consiglio comunale, assistito dal professore Vincenzo Maiello, ha incassato un anno e 4 mesi, pena sospesa, a fronte di una richiesta del pm Rosa Annunziata di un anno e 8 mesi. La piccola differenza tra richiesta e condanna è dovuta al riconoscimento da parte del gup dell’attenuante della lieve entità del fatto. Per l’altra imputata, Rosa Malafronte, privata cittadina accusata di corruzione per avere versato una mazzetta per ottenere un posto al cimitero che aveva un precedente alle spalle, invece la condanna è stata di un anno, nove mesi e dieci giorni. Serrapica rispondeva di un episodio di indebita induzione a dare e promettere utilità per le pressioni esercitate nel 2013 capo dell’Utc, affinché lasciasse al loro posto i due dipendenti che erano in servizio al cimitero- il direttore Carmine Casciano e Pasquale Cesarano- nonostante nella gestione del camposanto esternalizzata fosse subentrata la ditta Mir.Ca.
Per tutti gli altri imputati il gup ha accolto per intero la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura, compresa quella di associazione a delinquere e vilipendio di cadavere mossa nei confronti di Casciano, Cesarano e l’interratore Antonio Somma, contestata dalle difesa. I primi due hanno già patteggiato Casciano tre anni e mezzo, Cesarano quattro anni e due mesi per singoli episodi di corruzione dai quali ora i privati cittadini dovranno difendersi nel dibattimento che si aprirà agli inizi di dicembre davanti alla prima sezione penale. L’ex sindaco Claudio D’Alessio, assistito dall’avvocato Gaetano Inserra, è accusato di due episodi di indebita induzione a dare o promettere utilità.