Torre del Greco. C’erano i familiari, tanta gente comune, pochissimi rappresentanti della politica ai funerali di Ciro Cirillo, morto ieri a 96 anni nella sua citta’ natale, Torre del Greco. Lui, esponente di punta della Dc, potente assessore regionale legato all’ex ministro degli Interni Antonio Gava, fu rapito il 27 aprile 1981 da un commando delle Brigate Rosse che uccise l’agente di scorta e l’autista di Cirillo. La prigionia di 89 giorni, la liberazione avvenuta in un edificio di via Stadera a Napoli, i dibattiti su una trattativa che avrebbe coinvolto vertici Dc, servizi segreti e camorra, sono circostanze ancora avvolte da misteri.
A dissolvere le ombre su quella vicenda non sara’, a quanto pare, un memoriale destinato a pubblicazione post mortem, di cui Cirillo parlo’ in una intervista anni fa per poi smentirne l’esistenza in seguito. Angelo Gava, figlio dell’ex ministro e leader doroteo, e’ convinto che non esista alcun testamento politico rivelatore: “Ne parlo’ solo per togliersi la pressione di tutte le persone che aveva addosso. Quando lessi l’intervista lo chiamai, stupito, e mi disse: non ce la facevo piu'”. Di segreti sulla liberazione non vogliono sentir parlare i figli di Cirillo: “Non e’ il caso, non e’ il momento”, dicono all’uscita della chiesa. Prima del sequestro Cirillo aveva ricoperto anche la carica di presidente della Provincia di Napoli e poi della Regione Campania.
Una carriera in ascesa, ma dopo la liberazione, seguita al pagamento di un maxiriscatto “raccolto tra gli amici”, Cirillo abbandono’ la politica chiudendosi nel silenzio sui retroscena di quegli 89 giorni. Oggi l’uomo e il politico sono stati ricordati nella chiesa dei Carmelitani Scalzi. “Se ne va un uomo che ha saputo dare tanta gioia a chi non ne aveva” ha detto dall’altare il sacerdote Andrea Magliocca.
Tra i banchi il vicesindaco di Torre del Greco, Romina Stilo, e il parlamentare torrese Nello Formisano (Mdp), ma nessun protagonista degli anni d’oro dello scudocrociato. Parole di stima e affetto dall’amico di una vita, Angelo Gava: “Era un uomo perbene. E’ stato vittima del terrorismo, ma anche vittima della sinistra che ha perseguitato una classe politica. Adesso riposera’ in pace. Al termine, sul sagrato della chiesa, un lungo applauso dai concittadini che non avevano mai smesso di considerarlo un punto di riferimento per il territorio.