Torre del Greco. Un lettera-denuncia al segretario generale del Comune e al prefetto di Napoli per sospendere il bando di concorso relativo all’assunzione di 13 vigili urbani al comando di largo Costantinopoli e fare piena luce sull’anomalo boom di selezionati con il massimo dei voti. A 48 ore dalla sospetta “parentopoli” evidenziata da Metropolis Quotidiano – ammessi alle prove scritte e orali ex assessori e familiari di diversi politici e lavoratori di palazzo Baronale – l’opposizione affila le armi e si appella a Domenico Gelormini, in qualità di responsabile dell’Anticorruzione presso l’ente di largo Plebiscito, affinché si proceda con le verifiche del caso.
L’anomalo boom di 30
L’iniziativa è stata decisa all’indomani della riunione organizzata all’interno della sede del Pd e “allargata” a Giovanni Palomba e Domenico Maida – rispettivamente capogruppo del Nuovo Centrodestra e di Articolo Uno – nonché all’ex fedelissimo del sindaco Ciro Borriello, il forzista-dissidente Ferdinando Guarino. Sotto i riflettori è finita la graduatoria stilata dalla commissione esaminatrice al termine delle pre-selezioni per la corsa a 13 posti da istruttori di vigilanza a tempo indeterminato e al 33%. Su 405 candidati a una divisa bianca, in 87 sono stati ammessi con il massimo dei voti: 30 risposte esatte su 30 domande: in pratica, un aspirante vigile urbano su 5 – precisamente il 21,48% dei partecipanti – si è rivelato un “cervellone”, capace di immagazzinare tutti i dettagli della banca-dati messa a disposizione a fine giugno. Un vero e proprio record – solitamente la percentuale di “percorsi netti” ai concorsi si attesta al massimo intorno al 10% e, in ogni caso, non è mai superiore al secondo e terzo gruppo di voti – ma decisamente anomalo rispetto agli standard dei concorsi pubblici. Un dato che, unito alla presenza di “nomi eccellenti” all’interno della graduatoria, non poteva non scatenare sospetti e veleni.
La lettera al prefetto
Di qui, la decisione dell’opposizione di chiedere sia al segretario generale del Comune sia al prefetto di Napoli di procedere alla sospensione delle prove per l’assunzione dei 13 vigili urbani e alla verifica delle modalità di valutazione dei candidati. «I sottoscritti consiglieri comunali – si legge all’interno della missiva protocollata a palazzo Baronale – sollecitano l’immediata sospensione delle prove d’esame sia alla luce della rilevante percentuale di candidati ammessi alla fase successiva del concorso con il massimo dei voti sia alla luce della paventata “parentopoli” relativa ai partecipanti alla selezione, parenti stretti sia di amministratori in carica sia di dipendenti dell’ente».
L’appello caduto nel vuoto
La crociata blocca-concorsi è scattata a tre settimane dal precedente appello, caduto nel vuoto, lanciato dagli esponenti del Pd a palazzo Baronale. A metà luglio, i rappresentanti democrat scrissero sempre al segretario generale Domenico Gelormini per evidenziare una lunga serie di anomalie: la segnalazione fu completamente ignorata, a dispetto del valzer di commissari esaminatori in fuga dal concorso dei vigili urbani per presunte ragioni di incompatibilità. Campanelli d’allarme rimasti inascoltati, fino alla pubblicazione della graduatoria-scandalo e alla richiesta dell’opposizione di sospendere tutte le procedure per l’arrivo di nuovi caschi bianchi presso il comando di largo Costantinopoli.