Sorrento. Sono alcune cartoline d’epoca attualmente in vendita su Ebay a mettere nei guai il lido Peter’s beach. Si tratta di vecchi pezzi di carta all’asta per due, tre euro e che rischiano di mandare in fumo affari milionari e 30 posti di lavoro. Le fotografie, che recano il timbro postale del 1969 e del 1980, furono acquistate a Sorrento da alcuni turisti di origine belga che le spedirono ad amici e parenti. Ma adesso sono state recuperate dalla polizia di Sorrento perché ritraggono lo stabilimento sprovvisto dell’attuale zona ristorante. Una sorta di capannone su cui si addensano i dubbi degli inquirenti. E’ un dettaglio decisivo che ha portato al sequestro. Vediamo come le cartoline (le immagini disponibili su Ebay e pubblicate in alto sono quelle all’attenzione della Procura) incidono nell’inchiesta.
Le cartoline
Tutto ruota attorno al permesso a costruire numero 13 dello scorso 15 maggio del Comune di Sorrento. Si tratta di un atto rilasciato al titolare di Peter’s beach, Giancarlo Leonelli, che secondo la polizia consentiva di riaprire la struttura al pubblico a condizione che il lido venisse riportato allo stato dei luoghi precedente al 1962, l’anno in cui entra in vigore il vincolo paesistico a Sorrento. Per Peter’s beach e per gli altri lidi si è scelto di seguire la nuova procedura semplificata entrata in vigore lo scorso aprile. Il ragionamento di polizia e Procura di Torre Annunziata, venute in possesso delle cartoline datate 1969 e 1980, a questo punto è stato molto semplice. Eccolo: oggi, nel 2017, lo stabilimento è dotato di una zona coperta in cui ci sono cucina e ristorante. E’ un’area che negli anni delle foto, il 1969 e il 1980, sembra invece risultare assente. Quindi, per deduzione logica, prima del 1962 – periodo al quale adesso doveva essere “riportato” strutturalmente il lido come a detta della Procura prevedeva il permesso – quel locale non c’era. Ecco perché è ritenuto abusivo.
La ricerca
Gli agenti del commissariato di Sorrento, diretti dal vicequestore Donatella Grassi e coordinati nelle indagini dal sostituto procuratore di Torre Annunziata Silvio Pavia, hanno perlustrato il web per cercare immagini che ritraessero lo stabilimento nelle condizioni dell’anno chiave, cioè il 1962. Non ne hanno trovate. Il cerchio si è chiuso quando si sono imbattuti in cartoline risalenti ad anni successivi al 1962. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata Emma Aufieri nei documenti che hanno portato al decreto di sequestro preventivo richiama espressamente la querelle delle cartoline.
L’inchiesta continua
Leonelli è iscritto nel registro degli indagati e risponde dell’ipotesi di false attestazioni. Tecnicamente il permesso a costruire rilasciato dal Comune di Sorrento è ritenuto nullo perché, per la Procura di Torre Annunziata, risulta basato su presupposti mendaci. La polizia di Sorrento sta continuando a lavorare sodo sul caso e intende esplorare ulteriori scenari sull’intera pratica edilizia di Peter’s beach. Non vengono affatto escluse altre piste e ulteriori coinvolgimenti.
Abusi contestati da 18 mesi
La tensione è alle stelle. Anche perché il sequestro di Peter’s beach arriva a pochi giorni da Ferragosto e rischia di mandare in mezzo a una strada i lavoratori stagionali. Un colpo reso ancora più duro dai mancati incassi e dai rimborsi che il lido dovrà eventualmente riconoscere ai clienti abbonati. «Ma proprio adesso dovevano mettere i sigilli?» è il ritornello che fa il giro dei social network mentre l’amministrazione comunale sceglie la prudente strada del silenzio. Eppure, a dispetto delle ricostruzioni social, i tempi di esecuzione del decreto di sequestro sono evidentemente legati e dettati alle date del permesso rilasciato soltanto lo scorso 15 maggio e al precedente iter seguito dai titolari degli stabilimenti, “avvertiti” sulle opere fuorilegge già nella primavera del 2016. Allora furono scovati abusi edilizi da abbattere o sanare. Non tutte le opere contestate vennero demolite in tempo per l’estate e allora si stabilì una sorta di stop sotto l’egida di Comune e Procura. Cosa si decise? Si concordò di posticipare all’inverno successivo il completo adeguamento. Era maggio. Per quattro mesi si lavorò senza problemi e senza passi in avanti nelle pratiche. I lidi presentarono le istanze per ottenere la compatibilità paesaggistica alcuni mesi dopo, precisamente a settembre. La commissione locale per il paesaggio del Comune espresse il parere favorevole che alcune settimane dopo fu puntualmente bocciato dalla Soprintendenza. A quel punto si è arrivati a inizio maggio 2017 quando l’ufficio paesaggio comunale ha aderito al diniego della Soprintendenza bocciando a sua volta le istanze dei lidi. Successivamente, sempre lo scorso maggio, sono arrivati i permessi a costruire con la procedura semplificata che contengono particolari prescrizioni per l’abbattimento degli abusi edilizi e l’adeguamento delle strutture. Per essere precisi: è il 15 maggio quando c’è il provvedimento per Peter’s beach e l’atto finisce da prassi nel fascicolo già aperto un anno e mezzo prima dalla Procura che, esaminati i rilievi e studiate pure le cartoline, incrociando i dati con la nuova autorizzazione, in virtù di una grave ipotesi di false attestazioni e la perdurante presenza di opere ritenute illegali, ha ritenuto di non poter indugiare e chiedere il sequestro accordato dall’ufficio gip del Tribunale di Torre Annunziata. Sia chiaro: i lidi si sono sobbarcati comunque impegni non da poco. Anche perché hanno speso già decine di migliaia di euro per definire le istruttorie dei progetti e incaricare ditte specializzate per la messa a norma. Per la Procura tutto ciò non è bastato.