Torre del Greco. «Ora voglio tornare presto a operare». Guarda sempre avanti, Ciro Borriello. L’ex sindaco di Torre del Greco è rientrato da qualche ora all’interno del suo feudo di via del Monte – grazie al verdetto con cui i giudici del tribunale del Riesame di Napoli hanno concesso gli arresti domiciliari all’indagato eccellente dell’inchiesta sulla monnezza connection all’ombra del Vesuvio – e già interroga con lo sguardo il suo legale di fiducia tra le quattro mura della sua abitazione. «Presenteremo a breve un’istanza per i necessari permessi – la pronta risposta dell’avvocato Giancarlo Panariello -. Magari sarà necessaria qualche settimana». Ciro Borriello accenna un sorriso, il primo dopo 15 giorni da incubo vissuti a Poggioreale. «Non è stato facile – racconta al suo difensore – I miei compagni di cella mi hanno sempre trattato bene, ma le condizioni in cui versa la casa circondariale sono pessime». Stavolta, non è una considerazione politica bensì l’amara riflessione di chi si è trovato scaraventato in un mondo mai visto in passato. Poi il pensiero torna al futuro: «Allora aspetto te, voglio tornare presto a operare», ripete l’ex deputato di Forza Italia prima di salutare l’avvocato Giancarlo Panariello. L’unico con cui – insieme ai familiari stretti – Ciro Borriello potrà avere contatti diretti fino a eventuale nuovo ordine del tribunale di Sorveglianza.
La scarcerazione e il ritorno
La giornata dei parenti dell’ex sindaco era cominciata presto. Gli smartphone del fratello Giuseppe Borriello e del nipote Gaetano Marrazzo erano squillati alle 7.40: «I giudici hanno concesso gli arresti domiciliari», la notizia attesa nel feudo di via del Monte. Immediatatamente il factotum dell’ex sindaco – indagato a piede libero nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Torre Annunziata – si è messo al volante della Jeep Renegade finita all’interno di varie pagine dell’ordinanza di custodia cautelare per raggiungere il carcere di Poggioreale e provvedere alle formalità di rito. Poi il ritorno a Torre del Greco e l’attesa dell’arrivo dell’ex primo cittadino. Alle 12.50 in punto un furgone della polizia penitenziaria ha imboccato via del Monte per raggiungere il civico numero 1. Il cancello automatico si è spalancato davanti al blindato blu da cui Ciro Borriello è uscito dopo qualche secondo. Un rapido sguardo intorno – come a riassaporare l’aria di casa – e poi diritto all’interno del suo appartamento, riaperto proprio dal nipote a 15 giorni dalla visita della guardia di finanza. Tra le quattro mura della sua abitazione l’ex sindaco aspetterà le motivazioni della sentenza del tribunale del Riesame per valutare – insieme al proprio legale – le successive strategie difensive. Particolare attenzione sarà rivolta alle ragioni con cui sono stati annullati i punti 2 e 3 dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Emma Aufieri del tribunale di Torre Annunziata, relativi alle ipotesi di falso.
I re della monnezza
Il tribunale del Riesame ha accolto, inoltre, l’istanza presentata dalla difesa di Massimo Balsamo e Antonio Balsamo – rappresentata dall’avvocato Massimo Loffredo – e concesso anche ai “re della monnezza” di Torre del Greco il beneficio degli arresti domiciliari. Il primo – già coinvolto in uno scandalo rifiuti nel Casertano – è tornato nella sua abitazione a Trecase, il secondo all’interno del suo appartamento di via Nazionale. Ugualmente ai domiciliari Ciro Balsamo, il capo cantiere della «ditta di casa» di viale Europa. Un primo (parziale) successo in attesa dei successivi sviluppi giudiziari della vicenda.
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