Un comitato straordinario di direzione del partito a Napoli “composto da figure non avvelenate dalle risse tra correnti” per riorganizzarlo , evitare la disfatta elettorale e procedere all’azzeramento delle tessere. A chiederlo Umberto Ranieri che non solo rivolge l’appello al segretario nazionale, Matteo Renzi, ai dirigenti locali e ai militanti, ma insieme all’avvocato Francesco Lauro ha già cominciato a raccogliere le firme e nei prossimi giorni lancerà una petizione on line sulla piattaforma Change.org .
Pd a rischio estinzione
“Siamo preoccupati delle sorti del Pd a Napoli, in vista delle Politiche e dei prossimi appuntamenti elettorali, perché nelle condizioni in cui si trova non è in grado di reggere all’aggressività del grillismo, ad un centrodestra in ripresa, alle ambizioni di Luigi de Magistris e agli strumentalismi della sinistra” spiega Ranieri che ieri ha riunito stampa e sostenitori al Gambrinus. Candidato alle Primarie del 2011 finite nello scandalo e con l’annullamento, il professore universitario che ci ha ritentato alle ultime senza riuscire a candidarsi per mancanza di firme, attacca i capibastone e il Congresso farsa prima di sfidare il partito con la sua proposta.
Il partito dei micronotabili
“Il Pd a Napoli è ridotto ad una formazione informe di gruppi, correnti, fazioni di micro notabili in lotta tra loro per conquistare potere, prebende e posti in lista”. Un partito che non ha mai avviato una riflessione collettiva sugli anni in cui il centrosinistra ha avuto il monopolio politico a Napoli e sulle cause del declino. Che non ha voluto andare a fondo dei motivi del tracollo alle elezioni amministrative del 2011, né ha lavorato per rilanciare il progetto di costruzione della Città metropolitana. “Un ente in cui può essere sanata la ferita del rapporto tra capoluogo e hinterland. Il Pd avrebbe dovuto battersi per costituire le zone omogenee, per un piano strategico e invece ha saputo solo fare accordi per deleghe e staffisti”.
Congresso conta senza idee
Nessuno straccio di visione, né di programma neanche in vista del Congresso. “Un’ennesima conta tra possessori di tessere che non può invertire la rotta”. “Anacronistica” la disputa tra la componente proveniente dai Ds e dalla Dc che si contenderanno la segreteria provinciale con i candidati Nicola Oddati e Massimo Costa. “Una disputa mossa da rivalità di potere e dove non vi è alcuna diversità di concezione del partito” che prova ancora una volta la “distanza dai cittadini e dai problemi della città”.
Tesseramento tra ombre e messinscena
Per Ranieri non ci sono dubbi: l’unica logica che ha mossa il partito è “l’autoconservazione di gruppi e notabili”, dando vita ad “un tesseramento che da anni a Napoli è una messinscena, dove gravano pesanti ombre”. Di qui la richiesta di “azzerare le tessere” per una svolta nel funzionamento del partito e nel rapporto con i cittadini.
L’appello nel vuoto
Come? Con un Comitato fatto di militanti che non sono fedeli a nessun capobastone, fatto di giovani e forze della società civile, “per guidare il partito ad affrontare le prossime elezioni e ad un congresso di rifondazione”. Una proposta che però sembra lasciare il tempo che trova. “Spesso le nostre critiche e osservazioni non sono state considerate dal partito” dice amaro Lauro. “Credo che l’appello non sarà accolto, ma noi vogliamo comunque fare la nostra parte perché siamo preoccupati per l’avvenire del Pd”. Ma noi chi? E quanti aderiranno? “Sono amici e compagni” risponde Ranieri che però non si sbilancia sul numero di persone che hanno già firmato o che aderiscono all’iniziativa.
De Luca e i candidati alla segreteria
Così come non si sbilancia sul candidato che sosterrà alla segreteria provinciale “Vedremo, ci sto ancora riflettendo”, mentre Gaetano La Nave che con lui ha lanciato il movimento “Per Napoli” era alla presentazione di Oddati. Anche se dopo il tentativo fallito di un candidato unitario il Governatore si è ufficialmente tirato indietro, Oddati è comunque ‘sostenuto’ da Vincenzo De Luca sul cui ruolo nel partito Ranieri si limita a dire “mi attengo alla sua presa di distanza, come è giusto che sia anche visti i suoi tanti impegni. De Luca in Regione ha portato avanti un lavoro difficile con una grande tenacia che gli va riconosciuta, ma con risultati a mio avviso spesso discutibili”.