Pietro Savastano è morto; Ciro Di Marzio (Marco D’Amore) ha perso la sua guerra e la sua figlioletta e decide di fare un percorso di ‘espiazione’ che ce lo farà ritrovare in Bulgaria; Scianel (Cristina Donadio), dopo aver perso il fratello e il figlio è finita dietro le sbarre; Patrizia (Cristiana Dell’Anna), dopo la morte di Pietro se vuole sopravvivere deve trovare un nuovo spazio in quel mondo violento di cui ora fa parte. E Genny Savastano (Salvatore Esposito), dopo la nascita del figlio Pietro, sembra avere campo libero nella gestione del potere. La terza stagione di ‘Gomorra – La Serie’, che arriva venerdì su Sky Atlantic con un’inedita anteprima in ben 300 sale cinematografiche domani e mercoledì 15 per il primo ed il terzo episodio, “nasce da un azzeramento”. “Gli equilibri e i personaggi raccontati nelle prime due stagioni hanno compiuto un loro percorso che è giunto al termine”, spiega Claudio Cupellini, che ha diretto 6 dei nuovi 12 episodi (gli altri 6 li ha diretti Francesca Comencini) della serie originale Sky prodotta da Cattleya. Così accanto a personaggi che escono di scena, per sempre o momentaneamente, nuovi volti si affacciano nel Sistema: come Enzo (Arturo Muselli), che a Forcella tutti chiamano Sangue Blu perché è il nipote di uno dei grandi boss storici fondatori della Camorra e su cui però grava l’onta del pentimento del nonno, e Valerio (Loris De Luca), rampollo della Napoli bene che attraverso Enzo sogna l’ingresso in quello che gli appare come il dorato mondo della malavita. Il cambiamento dello scenario criminale si ripercuote anche sugli orizzonti geografici della nuova serie: non più solo Scampia e Secondigliano, la scena si sposta nel centro di Napoli, da Forcella al Vomero e Posillipo, a Roma, che Genny Savastano ha eletto come sua residenza, e persino in Bulgaria, nella periferia di Sofia, dove Ciro, “condannato a sopravvivere alla morte della figlia e a superare indenne le guerre tra clan – spiega D’Amore – è espatriato assecondando un desiderio di morte” e si dedica al traffico di eroina e di esseri umani per un boss locale. Nuove periferie dove vige però “la stessa sintassi” di Scampia: “Quello che volevamo mostrare – dice Roberto Saviano in un videomessaggio inviato per la presentazione della serie – è come le periferie del mondo si somiglino tutte, come le periferie del mondo abbiano un muscolo comune che pompa sangue e denaro, un cuore che batte all’unisono, e quel cuore è un cuore criminale”.
CRONACA
13 novembre 2017
Gomorra. Nuovi boss per nuovi territori nella terza stagione