Dalle spiagge del Brasile ai monti della Svizzera. Dalle coste della Croazia fino a Barcellona, il tutto passando per quel piccolo rione di case popolari immerso nel cuore di una cittadina in provincia di Napoli. E’ il viaggio dei soldi della camorra. Sono i confini dell’impero imprenditoriale messo in piedi da Francesco Casillo, lo Scarface del Vesuvio. Il boss dei due mondi, il capoclan che in nella sua villa custodiva un busto in marmo di Robert De Niro che interpreta un narcos sanguinario e spietato, sarebbe riuscito a mettere insieme una enorme rete per il riciclaggio dei soldi sporchi. I soldi della droga raccolti per conto del clan Gionta di Torre Annunziata e degli Aquino-Annunziata di Boscoreale. Un “sistema” costruito – secondo la tesi dell’Antimafia – attraverso una fitta rete di corruzione.
E’ uno dei retroscena che emergono dall’inchiesta sui colletti bianchi della camorra, gli imprenditori al servizio del boss che avrebbero investito i capitali del padrino del Piano Napoli in attività “legali” (almeno sulla carta).