Cinquecento arresti in 8 anni e 44 ergastoli a boss e soldati della camorra. Sono i numeri del «modello-Ercolano» grazie a cui forze dell’ordine e istituzioni sono riuscite a sconfiggere i signori del racket. Numeri snocciolati con orgoglio dal sindaco Ciro Buonajuto, sempre pronto a scendere in strada in nome della legalità: «Nella nostra città ci sono state operazioni simili agli interventi effettuati nella Bogotà degli anni Ottanta: così i carabinieri sono riusciti a decapitare la malavita», sottolinea il «renzianissimo» leader del Pd all’ombra del Vesuvio. Un paragone azzardato con la Colombia di don Pablo Escobar – il re del narcotraffico – ma utile a descrivere il cambio di rotta avviato nella città degli Scavi a partire dall’arrivo del sindaco Nino Daniele e portato poi avanti prima con Vincenzo Strazzulli e ora con Ciro Buonajuto: un’inversione di tendenza rispetto al passato grazie a cui gli investigatori sono riusciti a smantellare le piazze di spaccio e a «decapitare» le storiche cosche criminali gestite dal clan Birra e Ascione.
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