Torr del Greco. Se alle prossime elezioni comunali si dovessero presentare tutte le liste civiche spuntate ai vari tavoli di centrodestra e centrosinistra, ai nastri di partenza della corsa per un posto in consiglio comunale si potrebbero presentare tra i 600 e gli 800 candidati.
Numeri capaci di rendere l’idea del delirio politico in cui sono piombati gli orfani dell’ex sindaco Ciro Borriello, alla disperata ricerca di una soluzione per fermare le ambizioni di Romina Stilo, il «sindaco» su cui puntano il leader storico del centrodestra all’ombra del Vesuvio e il suo braccio destro Donato Capone. Mentre Forza Italia perde pezzi e credibilità con l’addio al direttivo locale di Filippo Colantonio e l’investitura silenziosa di Luigi Mele – unico «sopravvissuto» all’elenco di quattro nomi di cui facevano parte Antonio Trieste e Stefano Abilitato – le nuove sigle a caccia di visibilità siglano un «patto tra fantasmi per mettere in piedi, in futuro, una «piattaforma programmatica finalizzata all’individuazione di un candidato sindaco, con esperienza politica o espressione della società civile».
Parole già vuote di contenuti concreti, così come la liste dei sottoscrittori del patto promosso dall’ex consigliere comunale Ciro Piccirillo. Al netto di Insieme per la città rappresentata da Alfonso Ascione e del variegato gruppi di Moderati – oggi capeggiati da Giovanni Palomba e Ferdinando Guarino, mentre è già sparito Gennaro Granato – al tavolo organizzato all’interno della sede di Ci vuole coraggio in via monosignor Felice Romano si sono seduti portavoce di sigle praticamente sconosciute all’ombra del Vesuvio: a partire dalla neonata Ora – la lista civica promossa da Pasquale Brancaccio, Ciro Guida e Carmine Gentile a sostegno della candidatura a sindaco di Antonio Spierto – per finire al Movimento Popolare Torrese del redivivo Tommaso D’Ambrosio, passando per Momento di Cambiare di Carlo Riccio, Terra Mia di Vivincenzo Ascione, lista Dai di Gerardo Guida e La Svolta oggi capitanata da Bruno Di Cristo.
Insomma, non propriamente degli «esperti» in presentazione di liste elettorali. Non a caso, la partecipazione di «big» Alfonso Ascione e Pasquale Brancaccio al tavolo delle seconde linee è stata interpreta a via del Monte – lo storico feudo di Ciro Borriello – come l’ennesimo tentativo di volere mettere pressione sull’ex sindaco per il ritiro del nome di Romina Stilo, sgradita a diversi alleati della maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni del 2014. Una strategia, tuttavia, destinata a cadere nel vuoto: «Non ci saranno passi indietro – ribadisce a ogni occasione Ciro Borriello -. Il nome del mio successore è già stato scelto. E non si cambierà perché è l’unico nome vincente per il centrodestra». Con buona pace delle liste civiche-fantasma.