Il devastante scenario politico di questa campagna elettorale era stato descritto già tra il 1967 e il 1969. Oggi avremmo potuto vivere una campagna elettorale meno stantia, più equlibrata tra gli standard politici e comportamentali dei competitori e certamente, più aderente ai bisogni reali e al sentire diffuso della vita e delle passioni dei cittadini. Sarebbe stato possibile se qualcuno dei protagonisti della politica avesse letto e capito quanto, in quegli anni, intuì il guru canadese della comunicazione moderna, Marshall McLuhan, a proposito dei segni premonitori della trasformazione epocale della società e della politica, con l’avvento dei nuovi media “figli” dell’elettricità. “La politica dà le risposte di ieri alle domande di oggi”, scriveva McLuhan.“Sta emergendo una nuova forma di politica in modi che non abbiamo ancora notato. Il salotto è diventato una cabina elettorale. La partecipazione attraverso la televisione a marce della pace, guerre, rivoluzioni, inquinamento e altri eventi sta cambiando tutto”.Qualche anno dopo, nel 1969, il filosofo canadese che per primo spiegò che il mondo stava diventando un villaggio globale fu ancora più chiaro: “Il tempo della democrazia politica come la conosciamo è finito”, affermò MarshallMcLuhan. “La cabina elettorale è un prodotto della cultura occidentale alfabetica e perciò è obsoleta. Nel nostro mondo del software, caratterizzato da un movimento di comunicazioni elettriche istantanee la politica sta passando dai vecchi schemi della rappresentanza politica per delega elettorale a una nuova forma di coinvolgimento comunitario spontaneo e immediato in tutte le aree decisionali”. McLuhan cercò di informare il mondo di quanto sarebbe accaduto. “I media elettrici consentono modi completamente nuovi di registrare l’opinione popolare. Il vecchio concetto di plebiscito potrebbe assumere nuova rilevanza; la tv potrebbe fare plebisciti quotidiani – quasi urlò ai sordi il profetico – McLuhan – Il voto, nel senso tradizionale, è superato, mentre abbandoniamo l’età dei partiti politici, delle questioni politiche e degli obiettivi politici, ed entriamo in un’età in cui l’immagine tribale collettiva e l’immagine iconica del capotribù sono la realtà politica prioritaria”. Lunedì capiremo se ancora una volta McLuhan aveva descritto in anticipo quello che forse accadrà domani anche in Italia e che già sta accadendo in diverse parti del mondo. Una cosa è certa, la rivoluzione digitale della politica 4.0, con i cittadini protagonisti,è già cominciata.
M|CULT
3 marzo 2018
La deriva di oggi prevista già 40 anni fa