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L’alleanza Pd-M5s è un risiko, stop a Roma e Torino. Anche Napoli traballa
POLITICA
10 maggio 2021
L’alleanza Pd-M5s è un risiko, stop a Roma e Torino. Anche Napoli traballa
Redazione

Dopo la rinuncia di Nicola Zingaretti a scendere in campo per la poltrona di sindaco della Capitale si complica l’intera architettura dell’alleanza tra Pd e M5s in vista delle prossime elezioni comunali. Non ci sarà nessun patto per Torino né per Milano mentre i dem e i pentastellati correranno insieme al primo turno a Bologna e Varese. E in qualche modo anche a Napoli. Anche se la strada per i capoluoghi emiliano e campano è ancora tutta in salita, così come quella per la Capitale. A Bologna i 5 Stelle appoggeranno solo il candidato ufficiale del Pd Matteo Lepore e non la renziana Isabella Conti, decisa a correre alle primarie.

E a Napoli neppure la scesa in campo di Roberto Fico sarà sufficiente a spianare la strada tra i due partiti. Visto che c’è anche la base dei 5 Stelle locali che si mette di traverso e ripudia ogni alleanza del Movimento con i partiti e che c’è l’ala dem vicina a De Luca che “tifa” per Gaetano Manfredi. “Noi lavoriamo con il M5s ma è evidente che a Torino e Roma, il lavoro è complesso perché il Pd in questi anni era all’opposizione ed ha criticato l’operato delle sindache Raggi e Appendino” spiega il segretario dem Enrico Letta. Con lo stato maggiore del partito lancia con forza la candidatura di Roberto Gualtieri: “è un candidato autorevolissimo, ha costruito lui il Recovery, è romano. Ora andiamo al ballottaggio e sono sicuro che poi convinceremo il M5s a convergere perché l’avversario è la destra” rassicura Francesco Boccia, mentre Zingaretti benedice. Boccia è invece convinto “che andremo insieme al primo turno a Bologna e Varese. E su Napoli, il presidente della Camera Roberto Fico è la terza carica dello Stato e un napoletano appassionato della sua città. Sta dando il suo contributo e sono sicuro che a Napoli andremo uniti”.

Nel capoluogo campano Vincenzo De Luca si è però messo contro: appoggia Manfredi che andrebbe a genio anche al futuro leader M5s Giuseppe Conte. Ed anche la base del M5s ha sottoscritto un documento firmato da 2 consiglieri comunali e dal 90% dei consiglieri municipali che dice No alle alleanze: “riteniamo che per la città di Napoli non ci siano le condizioni per procedere in tal senso, mentre siamo aperti ad un confronto su temi e programmi con liste civiche reali e non costituite ai soli fini elettorali”. Gli stessi stanno ora costruendo il loro programma elettorale sulla piattaforma messa a disposizione da Rousseau, come nel caso di Roma.

Proprio Rousseau, intanto, è tornato all’attacco di Giuseppe Conte sulla questione della cessione della lista degli iscritti al Movimento, necessaria al futuro leader per formalizzare la nascita del “neo-Movimento”. “Rousseau per legge non può assolutamente comunicare gli elenchi di iscritti a persone diverse dal legittimo rappresentante legale o addirittura, come richiesto, a persone neanche iscritte al Movimento” dice Davide Casaleggio alludendo a Conte che, infatti, non è iscritto al Movimento. Farlo, obietta il responsabile della piattaforma, violerebbe il “Codice Privacy” che prevede per questo anche la galera. Casaleggio, tuttavia, sembra ora aprire ad una intesa: “siamo certi si troverà una soluzione giuridica e siamo i primi a volerla” dice Rousseau che reclama ancora il suo debito e mette in guarda Conte che giorni aveva aveva prefigurato un accoro: “gli annunci stampa senza approfondimento di queste soluzioni sono poco utili ed in alcuni casi irresponsabili e dannosi”.

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