Ercolano. Dopo tre interrogatori durante cui ha confermato la dinamica del massacro formulata dai pubblico ministero, Pinotto Iacomino – il 43enne di Ercolano accusato dell’omicidio premeditato e aggravato della sua ex miglie Ornella Pinto, l’insegnante di sostegno di 40 anni e madre di un bambino di 4, uccisa all’alba del 13 marzo scorso a Napoli – ha cambiato improvvisamente versione. Con l’obiettivo, secondo i magistrati, di evitare una condanna all’ergastolo.
Secondo il nuovo racconto reso nell’aula 115 del palazzo di giustizia, l’omicidio di Ornella Pinto sarebbe stato frutto di un raptus scattato durante un’accesa discussione all’interno dell’appartamento in cui la donna viveva con il figlioletto. L’assassino ha riferito di essersi recato all’alba a casa dell’ex moglie e di averla svegliata, mentre dormiva nella stanzetta del figlio. Lì le avrebbe avrebbe chiesto di spostarsi nella stanza da letto matrimoniale per un chiarimento.
Invece, la discussione a un certo punto sarebbe degenerata fino a spingere l’uomo ad andare in cucina per prendere il coltello con cui ha poi sferrato i fendenti mortali. L’ultima versione dell’imputato è ritenuta dagli inquirenti e dal legale della famiglia di Ornella Pinto – l’avvocato Mino Capasso – una mossa per provare a fare cadere le aggravanti della premeditazione e della crudeltà che potrebbero determinare, se riconosciute dal giudice, una condanna all’ergastolo.
Secondo la Procura di Napoli, Pinotto Iacomino che aveva le chiavi dell’appartamento dove viveva Ornella, l’avrebbe invece uccisa, all’alba di quel tragico 13 marzo con un coltello, prelevato dalla cucina di un hotel, nascosto in uno zaino. Con quell’arma avrebbe, secondo il pubblico ministero, sferrato addirittura 13 fendenti all’ex moglie che stava dormendo, tutto mentre il figlio piccolo della coppia dormiva nella cameretta adiacente a quella dell’aggressione. Pinotto Iacomino fuggì dopo l’omicidio per poi costituirsi nella caserma dei carabinieri di Montegabbione, in provincia di Terni, dove durante l’interrogatorio confessò. L’assassino chiese senza successo di essere giudicato con la formula del rito abbreviato.
La procura di Napoli chiese e ottenne il giudizio immediato per l’imputato. Il processo nei suoi confronti è iniziato lo scorso 14 luglio. Durante l’ultima udienza sono stati ascoltati i testi del sostituto procuratore Fabio De Cristofaro. Il 16 novembre inizia l’escussione dei testimoni della difesa.
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