Un intricato caso urbanistico e amministrativo ha travolto decine di famiglie, trasformando quella che doveva essere un’opportunità abitativa in un incubo legale ed economico. Al centro della vicenda, le cooperative “Ulivo” e “Domus Aequana”, alle quali nel 1979 il Comune aveva assegnato il diritto di proprietà superficiaria su terreni destinati all’edilizia popolare. Tuttavia, gli errori nel Piano di edilizia economica e popolare (Peep) hanno innescato un contenzioso lungo decenni, con conseguenze devastanti per i cittadini coinvolti. Il proprietario espropriato avviò un’azione legale contro il Comune per vizi procedurali nell’esproprio. La vicenda culminò nella sentenza della Cassazione del 9 ottobre 2013, che condannò il Comune a un risarcimento milionario. Una delibera comunale fu adottata solo dopo la sentenza definitiva, quando il costo del contenzioso era ormai salito a circa 4,2 milioni di euro. Nel 2011, l’allora sindaco Gennaro Cinque cercò di attribuire le responsabilità dei danni dal Comune alla Regione Campania. Con un atto di messa in mora inviato alla Regione, infatti, il sindaco denunciò i danni subiti dall’amministrazione a causa di errori nella pianificazione urbanistica. Questo documento, tuttavia, non riuscì a prevenire l’aggravarsi della situazione. Le cooperative, si trovano ora a fronteggiare ingiunzioni di pagamento che arrivano a 150.000 euro per ciascun proprietario. I 27 attuali residenti hanno avviato una causa contro il Comune e la Regione, chiedendo un risarcimento per i danni patrimoniali subiti. Ad originare la vicenda, il Peep stesso che fu elaborato su dati demografici del 1951. Il Tar Campania, nel 1988, infatti, annullò il piano. Oggi, le famiglie coinvolte si trovano intrappolate in un limbo legale ed economico, una matassa che la dottoressa Longo, del Tribunale di Torre Annunziata, è ora chiamata a sbrogliare.
CRONACA
10 gennaio 2025
Vico Equense, ingiunzioni e trafile legali: l’incubo delle cooperative edilizie