Eppure in tutti gli uffici pubblici, come da normativa vigente (il decreto numero 236 del 14 giugno 1989), dovrebbe esserne garantito l’utilizzo a tutti i cittadini diversamente abili. Una legge che, a quanto pare, nella sede dell’ottava Municipalità non viene rispettata. A dimostrarlo, con tanto di documentazione fotografica, sono i servizi igienici destinati ai disabili e trasformati dai dipendenti in un piccolo vano cucina. All’interno c’è proprio tutto: caffettiera, vassoi, suppellettili, un fornetto per riscaldare il cibo e, cosa più assurda, un tavolo “fai da te” allestito nientemeno che sul water. Una situazione che ha del paradossale, tenuto conto che accade in una sede istituzionale. A denunciare l’abuso è stato sulla pagina Facebook di Cittadinanza attiva in difesa per Napoli Pierluigi Troise, che così scrive: «Forno a microonde, macchinetta per il caffè e water coperto, tanto non serve, alla faccia degli invalidi». Il post e le foto allegate hanno già fatto il giro del web, scatenando l’indignazione dei cittadini. «È vergognoso che nessuno intervenga – tuonano i residenti – possibile che nessuno se ne sia accorto? La verità è che non esistono controlli e i dipendenti fanno ciò che vogliono». Pronto a dare battaglia e a verificare la gravità di quanto accaduto si dice il presidente della Municipalità Apostolos Paipais: «Premesso che siamo alla guida della Municipalità da due mesi e che il presidente non può certo controllare ogni singolo angolo della sede istituzionale, ma deve essere coadiuvato, tengo a dire che sicuramente sono importanti le segnalazioni dei cittadini. Purché queste ultime siano fatte in maniera corretta e non strumentale. Venendo poi al fatto specifico – continua Paipais – oggi stesso invierò una nota urgente al direttore della Municipalità e all’ufficio tecnico per far luce sulla vicenda. Nel documento chiederò di verificare tutti i vani che all’interno dell’edificio ospitano i servizi igienici destinati ai disabili; ma anche i quadri elettrici e le suppellettili abbandonate negli uffici e nei corridoi, oltre naturalmente alle eventuali barriere architettoniche». Non tralascia tuttavia il presidente della Municipalità la responsabilità di chi è entrato in un ufficio pubblico scattando delle foto: «Resta il fatto che qualcuno è entrato in uno dei nostri uffici e ha fotografato gli interni. Da chi ha avuto l’autorizzazione? Chi lo ha fatto entrare? È chiaro che individueremo i responsabili, anche se dovessero essere tra i nostri dipendenti».
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