Una tragedia sfiorata. L’ennesima. A Sorrento continuano a cadere alberi. Anche stavolta, per fortuna, non è una disgrazia. Piazza Angelina Lauro torna a diventare teatro di uno schianto choc ad appena otto mesi dall’ultimo crollo di una pianta. Anche allora – era il 6 settembre 2016 – venne giù una palma e non si fece male nessuno. Ma adesso il nuovo crac – avvenuto sabato notte – fa riscattare l’allarme. Anche perché si avverte la necessità di chiarimenti.
Pesano due dettagli importanti. Il primo: esattamente 12 mesi fa, il 20 giugno 2016, il Comune di Sorrento commissionò verifiche urgenti su tutti gli alberi di piazza Lauro con una richiesta formulata al direttore del servizio manutenzione verde pubblico, l’agronoma Linda Guarracino. Il secondo: per 1.500 euro, quasi tre mesi dopo, il Comune affidò a un agronomo esterno all’ente, Tullio Esposito, il compito di «monitorare la palma situata» in piazza Angelina Lauro «in quanto la stessa risultava naturalmente inclinata». Si tratta di un incarico conferito su indicazione del dirigente comunale Alfonso Donadio poiché – è la motivazione – lo stesso Esposito, in passato, «aveva già attenzionato la palma» avendo pure «effettuato una prima perizia». Obiettivo di questo nuovo accertamento? «Tenere sotto controllo la palma» e «l’inclinazione» per fini di «prevenzione e tutela della sicurezza». La determina per l’ingaggio di Esposito è datata 8 settembre 2016. Cioè ad appena due giorni dal cedimento della prima pianta, avvenuto sul lato opposto della piazza rispetto al nuovo schianto di 48 ore fa. Secondo il Wwf Terre del Tirreno la palma al centro delle verifiche chieste ad Esposito dall’amministrazione del sindaco Giuseppe Cuomo è proprio quella che sabato notte, nel cuore della movida, ha rischiato di uccidere qualcuno.
Dal Comune anche ieri è regnato il silenzio. Seppur non sia un mistero – ci sono fotografie recenti che lo testimoniano – che la palma caduta era quella con l’inclinazione maggiormente pronunciata rispetto a tutte le altre piante della piazza. Un indizio che sostiene la tesi del Wwf? Chissà. Il ragionamento degli ambientalisti d’altronde è semplice. «Se la perizia dice che l’albero è pericoloso perché il Comune non è intervenuto? Se invece in perizia si afferma il contrario, cioè che non c’erano rischi imminenti, perché la palma è venuta giù? Le responsabilità vanno ricercate in queste due domande. O non si è intervenuti o si affermano inesattezze» spiega Claudio d’Esposito, presidente Wwf Terre del Tirreno.
Ecco perché non è escluso che gli ambientalisti possano produrre un esposto da trasmettere alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata mentre sui social network qualcuno se la prende con gli stessi attivisti del Wwf. Motivo? Fare le barricate quando il Comune ordina il taglio di alberi giudicati pericolosi dagli agronomi.