Torre del Greco. La maggioranza di centrodestra fino al 17 agosto guidata dall’ex sindaco Ciro Borriello ricomincia da tre, come gli anni di mandato portati a termine a palazzo Baronale. A cinquanta giorni dalla monnezza connection all’ombra del Vesuvio – arrestati l’ex primo cittadino e i vertici della «ditta di casa» dei Fratelli Balsamo, accusati di mazzette per la gestione del business-rifiuti – la squadra di governo cittadino uscita dalle elezioni del 2014 serra le fila per cominciare a programmare il futuro. Ovviamente, a tavola. Esattamente come vuole la migliore tradizione del centrodestra di Torre del Greco.
La pizza in famiglia
L’occasione per riunire la famiglia degli orfani di Ciro Borriello sarà una pizza in programma a metà settimana. Un’idea partorita dall’ex presidente del consiglio comunale Pasquale Brancaccio e messa in piedi in 48 ore, il tempo necessario a raccogliere le adesioni di tutti i protagonisti della campagna elettorale del 2014. Con le dovute eccezioni. Perché la lista degli invitati alla prima reunion successiva all’addio a palazzo Baronale prevede diverse esclusioni, alcune prevedibili e alcune «eccellenti». «Ho ritenuto opportuno organizzare una cena per riprendere le fila del discorso interrotto bruscamente a metà agosto – spiega Pasquale Brancaccio – Chiaramente l’appuntamento conviviale sarà l’occasione per cominciare a guardare avanti, al prossimo appuntamento alle urne». Di qui, la decisione di escludere dal tavolo chi aveva «tradito» la fiducia degli alleati durante l’infuocato consiglio comunale del 28 luglio concluso con le dimissioni del sindaco. Ovvero: Luigi Caldarola, Annalaura Guarino – insieme al padre, l’ex assessore Ferdinando Guarino – l’ex ciavoliniano Antonio Trieste e il «coccodrillo» Ciro Piccirillo.
Gli assessori eletti
Alla luce del boom di adesioni, l’incontro è stato allargato ai consiglieri comunali eletti e poi promossi in giunta: Luigi Mele, Salvatore Quirino, Anita Di Donna, Alessandra Tabernacolo – successivamente nominata capo di gabinetto – e Antonio Spierto. Escluso, invece, chi non partecipò alla campagna elettorale: a partire da Romina Stilo – l’ex first lady, braccio destro di Ciro Borriello – per arrivare all’ultima arrivata Angela Laguda, passando per i vari Donato Capone, Domenico Balzano e Gerardo Mazzeo.
L’invitato a sorpresa
A sorpresa è stato invitato Alfonso Ascione, l’esponente della minoranza pronto a dire sì – durante il consiglio comunale dell’addio – alla variazione da 3,5 milioni per consentire i lavori necessari alla realizzazione di un istituto comprensivo all’interno dell’ex sementificio di via Lava Troia. Un voto favorevole per il rilancio delle periferie, evidentemente apprezzato dal politico-ultrà e non solo.
Le regole dell’ingaggio
Niente veti e niente candidature, le «regole» fissate dall’ex presidente del consiglio comunale: «Si tratta di un incontro introduttivo – spiega Pasquale Brancaccio – per avere un quadro della situazione, ascoltando tutti i punti di vista. Sarà l’occasione per valutare la comune volontà di portare avanti i progetti lasciati in sospeso e tracciare le basi della prossima campagna elettorale. Chiaramente, saremo aperti a eventuali allargamenti della coalizione purché condivisi. Solo successivamente affronteremo, in modo democratico, la questione-nomi». Perché, al momento, l’unico obiettivo è serrare le fila e spegnere sul nascere le velleità di qualche terzo incomodo già pronto a sfruttare le disgrazie degli orfani del sindaco-sceriffo.
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