Scappano via dallo scempio, dal cimitero di polvere e cenere causato dagli incendi che durante tutta l’estate hanno agellato le pinete del Vesuvio, mandando in fumo migliaia di alberi e ammazzando tantissimi animali. Scendono a valle, no a raggiungere le zone abitate percheÌ nel Parco, dove hanno sempre vissuto, non c’eÌ piuÌ niente da mangiare. Tutto bruciato dalla furia di fuoco e amme che tra giugno e luglio scorso ha mandato in fumo duemila ettari di terra protetta. Sono i superstiti degli attentati incendiari degli ultimi mesi nel Parco Nazionale del Vesuvio, decine di animali sopravvissuti alle lingue di fuoco che hanno messo in ginocchio le tredici comunitaÌ della fascia protetta all’ombra del vulcano che domina il Golfo di Napoli. Peccato, peroÌ, che quando mettono piede sull’asfalto il destino sia piuÌ crudele del previsto. A caccia di cibo tra le abitazioni della zona nord tra i comuni di Torre del Greco, Terzigno e Boscotrecase, diventano vittime degli automobilisti.
+++ L’ARTICOLO COMPLETO SU METROPOLIS OGGI IN EDICOLA +++