Torre del Greco. Sorpreso a viaggiare su un autobus di linea sprovvisto dell’obbligatorio biglietto non ha esitato a prendere a schiaffi il controllore e a provare a sfuggire – a colpi di calci e spintoni – ai carabinieri successivamente intervenuti sul posto. Dopo essere arrestato, poi, l’uomo è comparso davanti al giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata per il processo con rito direttissimo. Un processo concluso con un verdetto agro-dolce: condanna a soli quattro mesi con il beneficio della sospensione condizionale della pena e immediata scarcerazione.
L’aggressione sul bus
L’ennesima storia di violenza urbana arriva dal popoloso quartiere di Sant’Antonio, all’altezza del rione Sangennariello. Dove l’attenzione dell’autista di un autobus di linea è stata catturata da un paio di piedi sporgenti da una coppia di sedili in fondo al veicolo: l’uomo ha lasciato il posto di guida per i controlli del caso, scoprendo un passeggero – successivamente identificato in un cittadino iracheno di 30 anni – addormentato sulla coppia di sedili. L’autista prima ha svegliato il trentenne, poi ha chiesto l’esibizione del biglietto: una richiesta evidentemente sgradita al passeggero, pronto prima a inveire all’indirizzo del dipendente della ditta di trasporto pubblico e poi a passare alle vie di fatto. Davanti alla brutale aggressione, la vittima ha prontamente allertato i carabinieri della vicina caserma Dante Iovino.
Le botte ai militari dell’Arma
Ma l’arrivo degli uomini in divisa non è bastato per riportare la calma. Anzi, alla vista dei carabinieri, il trentenne è letteralmente andato in escandescenze: l’uomo se rifiutato di scendere dall’autobus, cominciando a strattonare e a spintonare i militari dell’Arma. Solo al termine di una breve colluttazione, i carabinieri sono riusciti a bloccare l’iracheno, arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Durante i successivi controlli, gli investigatori hanno accertato si trattasse di un immigrato irregolare, senza permesso di soggiorno o di lavoro.
Il primo verdetto
Il «curriculum» dell’extracomunitario non è bastato per evitare un verdetto-beffa. Processato con rito direttissimo, il trentenne iracheno è stato condannato a quattro mesi con il beneficio della pena sospesa e rimesso in libertà. Ovvero, in condizioni di saltare – rigorosamente senza biglietto – sul prossimo autobus.