Se nel nome sono scritte le linee guida di un destino, quello della famiglia Apollonio, non poteva che essere legato al mondo del vino. Il loro antenato, che nel 1870 ha fondato l’azienda vinicola, si chiamava Noè come colui che, nella tradizione biblica, ha per primo vinificato l’uva.Ci troviamo nel Salento dove uno dei vitigni a bacca rossa più rappresentativi è il Primitivo ed è in questa terra, dove lo sguardo dopo il promontorio prosegue sul mare, che il nostro assaggio si ferma davanti al Terragnolo, Primitivo Salento Rosso IGP. L’annata 2012 si presenta nel calice in un’intensa ed impenetrabile veste rubino, con un’unghia che appena volge al granato. Dopo la roteazione nel calice la velocità di caduta della lacrima annuncia un vino ricco. Al naso la nota speziata di pepe è potente e le si affiancano sentori di piccoli frutti rossi, tra cui emerge l’amarena della quale si avverte la fresca acidità, con una nota finale di resina.L’assaggio è seducentemente, pieno e morbido, alcol 14 %, freschezza presente ma non eccessiva con un vigore tannico rilevante. Un vino che ha gentilezza e muscoli, di forte potenza espressiva grazie anche all’attenzione con la quale avviene l’affinamento: 12 mesi in barriques americane e di ciliegio, 6 mesi in grandi botti e 6 mesi in bottiglia. Terragnolo Primitivo incontra le esigenze invernali richiamando l’abbinamento con piatti strutturati come il Sartù di riso o pregiati taglieri di formaggi, come caciocavallo, e salumi affumicati.
Gennaro Miele