«Vogliamo essere sottoposti al tampone, altrimenti ci fermiamo». Autisti e infermieri delle ambulanze private arrivano davanti al pronto soccorso dell’o- spedale San Leonardo di Castellammare di Stabia e pretendono di parlare con i responsabili della centrale operativa del 118. La notizia della positività al Covid di uno degli operatori che da giorni è impegnato nei tamponi e nel trasferimento dei pazienti che hanno contratto il virus, li ha messi in allerta e il timore di essere stati contagiati è alto. Così pretendono che venga disposto l’esame per verificare anche le loro condizioni di salute. Dovrebbe essere prassi, considerando il rischio a cui sono esposti. Da quando l’Asl ha deciso di affidare il servizio alle ambulanze private, sono proprio loro, autisti e infermieri delle cooperative ad essere in prima linea. Ma solo dopo aver alzato la voce riescono a ottenere una risposta: tutti gli operatori del 118 – circa una decina – saranno sottoposti ai test sierologici e nel caso emergesse qualche sospetto sul contagio, si procederà con i tamponi. La protesta andata in scena ieri mattina davanti alla centrale operativa dell’ospedale San Leonardo è solo l’ultimo episodio che testimonia la tensione che si respira all’interno del presi- dio di Castellammare di Stabia. Con il diffondersi dei contagi tra medici, infermieri e operatori socio sanitari, il timore di aver contratto il virus è altissimo. Lo stesso personale della centrale operativa del 118 da giorni la- menta le scarse condizioni di sicurezza dei loro locali: spazi troppo stretti e dove spesso si registra l’accesso anche di operatori che hanno avuto a che fare con i contagiati. E’ il caso proprio del personale in servizio sulle ambulanze private, che da tempo denuncia la carenza di dispositivi di sicurezza. Una sola tuta a disposizione per l’intera giornata di lavoro, mascherine inadeguate e nessun calzare. Tant’è vero che spesso gli operatori provano ad organizzarsi alla meno peggio, addirittura recuperando sacchi e buste della spazzatura per coprirsi le scarpe. Operatori sanitari che convivono con la paura di contrarre il virus e diventare anche untori dei loro familiari. Una realtà più che una possibilità a Castellammare, perché il San Leonardo – al momento – è l’ospedale con il più alto numero di contagiati della Campania (sono 13) e nella sola città stabiese, se si somma- no agli operatori i loro familiari, oltre la metà degli infetti sono da ricondurre proprio a casi positivi registrati all’interno del presidio sanitario o per l’attività dei medici di base. Per quanto riguarda i 13 contagiati all’interno dell’ospedale San Leonardo (4 medici, 5 infermieri, due operatori socio sanitari), i sindacati hanno puntato il dito contro il direttore sanitario Mario Muto, arrivando a chiedere la sua sostituzione. Nel corso di un incontro fiume andato in scena nella serata di ieri tra i responsabili dell’emergenza Covid dell’Asl Na 3 Sud, in accordo con l’Unità di Crisi della Regione Campania, si è cercato anche di fare il punto su questa vicenda. L’attuale direttore sanitario del San Leonardo di Castellammare di Stabia, come già anticipato qualche giorno fa, dovrebbe assumere un incarico proprio nell’Unità di Crisi della Regione Campania. Il suo posto alla guida dell’ospedale stabiese dovrebbe essere assunto dalla dottoressa Rosalba Santarpia già impegnata in prima linea in questa fase di emergenza. Nella nuova riorganizzazione potrebbe avere un incarico nel Covid Hospital di Boscotreca- se il dottor Carmine Coppola, mentre alla guida del pronto soccorso di Castellammare di Stabia dovrebbe tornare Pietro Di Cicco.
CRONACA
7 aprile 2020
Coronavirus, il personale del 118 di Castellammare: «Se non ci fate i controlli fermiamo le ambulanze»