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L’Italia supera il milione di contagi. Crescono i decessi, 636 in 24 ore
CRONACA
11 novembre 2020
L’Italia supera il milione di contagi. Crescono i decessi, 636 in 24 ore
Redazione

Mentre la curva epidemica inizia a mostrare primi segnali di stabilizzazione, l’Italia ha superato oggi il milione di contagi totali da Covid-19 – compresi guariti e vittime – dall’inizio della pandemia lo scorso febbraio, toccando quota 1.028.424 casi. I contagi nelle ultime 24 ore sono invece 32.961, in calo così come il rapporto tra positivi e tamponi effettuati. Primi segnali positivi, secondo gli esperti, che vanno però presi con grande cautela perché non indicano assolutamente che il Paese sia o sarà a breve fuori pericolo. Il record psicologico del milione di casi è stato dunque oltrepassato ed i dati dell’ultimo bollettino del ministero della Salute indicano come i numeri dell’epidemia in Italia si mantengano ancora pericolosamente alti, pur in presenza di un ‘rallentamento’.

I contagi nelle ultime 24 ore sono stati infatti 32.961, contro i 35.098 di ieri, mentre continua a salire il numero dei decessi: 623 in un giorno. E’ il dato più alto della seconda ondata, che porta il totale delle vittime a 42.953. Dal 6 aprile scorso, con 636 morti, non si registrava un numero così alto. Cresce pure il numero di tamponi effettuati, che sono 225.640 nelle ultime 24 ore (8 mila più di ieri) ed il rapporto tra positivi e test è al 14,6%, in calo di 1,5% rispetto a ieri. Tra le regioni, è sempre la Lombardia a far registrare più casi (8.180), seguita da Campania (3.166), Veneto (3.082) e Piemonte (2.953).

Numeri in crescita sono anche quelli dei ricoveri in terapia intensiva, dove è stata superata la soglia dei 3 mila pazienti (sono 3081) considerando i 110 delle ultime 24 ore. Seicentomila sono gli attualmente positivi (con l’incremento di 23.248 nelle ultime 24 ore il totale è salito a 613.358) e oltre 29 mila i ricoverati con sintomi. I guariti sono invece 372.113, con un incremento di 9.090 unità rispetto al giorno precedente.

Il quadro complessivo resta, insomma, molto grave e l’invito è a non abbassare la guardia perchè la tenuta dei servizi sanitari è al limite. Gli ultimi dati e l’indice di trasmissibilità Rt settimanale, a 1,7, “stanno ad indicare che probabilmente il numero dei nuovi casi si sta stabilizzando, anche se su numeri che sono sempre alti, e che le misure di contenimento in atto, soprattutto nelle regioni dove sono state applicate in maniera più severa come quelle in fascia arancione e rossa, stanno iniziando a dimostrare la loro efficacia”, sottolinea Massimo Andreoni, professore di Malattie infettive all’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit). Per contro tuttavia, avverte, “il continuo incremento dei pazienti deceduti rappresenta un dato di grande preoccupazione, che conferma come la maggior parte dei ricoveri riguardi pazienti gravi ed il virus abbia mantenuto tutta la sua aggressività”.

Inoltre, il “continuo aumento di pazienti ricoverati, sia in regime ordinario sia in terapia intensiva, sta creando una fortissima pressione all’interno degli ospedali e ciò rappresenta un reale pericolo per quelle che sono le capacità di gestione ospedaliera delle prossime settimane”. Quindi, il fatto che la curva epidemiologica “stia iniziando a stabilizzarsi non significa assolutamente essere fuori pericolo, perché la diffusione epidemica è ancora troppo allargata e sostenuta su tutto il territorio nazionale”.

Insomma, conclude Andreoni, “primi segnali positivi si iniziano a vedere, ma bisogna essere estremamente cauti, mantenere alta la guardia ed essere pronti ad ulteriori eventuali misure restrittive, per cercare non solo di controllare l’epidemia ma anche di ridurla significativamente”.

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