Torre del Greco. In teoria dovrebbe essere il garante della «trasparenza» a palazzo Baronale. In pratica, invece, sembrerebbe essere diventato l’ultimo a venire a conoscenza delle decisioni-chiave messe nero su bianco dal sindaco Giovanni Palomba. L’affidamento diretto relativo alla gestione dei servizi legali dell’avvocatura municipale – incarico da 40.000 euro per 5 mesi – evidenzia l’ennesimo spaccato del cattivo funzionamento del Comune. Dove il segretario generale Pasquale Incarnato – a giudicare dalla risposta all’interrogazione presentata dai dissidenti della maggioranza – viene trattato come l’ultima ruota del carro. Anzi, della carovana.
I dubbi dei federati
Tutto ruota intorno alla nomina dell’avvocato Alessandro Cacchione, incaricato di portare avanti il contenzioso dell’ente di largo Plebiscito. Una «chiamata diretta» finita sotto i riflettori dei dissidenti della maggioranza, pronti a contestare sia l’illegittimità dell’atto firmato proprio da Pasquale Incarnato – sostituito 48 ore prima da Salvatore Visone come dirigente dell’avvocatura municipale – sia il mancato ricorso a una procedura a evidenza pubblica. «Relativamente all’eccezione di incompetenza basata sul presupposto che il giorno 8 febbraio lo scrivente non era titolare del potere di emettere l’atto in considerazione di un decreto sindacale di attribuzione della direzione del settore a un diverso dirigente – scrive Pasquale Incarnato – tale assunto è privo di pregio perché il decreto in esame è stato notificato allo scrivente il 9 febbraio, producendo i suoi effetti a decorrere dal 10 febbraio». In verità, il decreto con cui il sindaco Giovanni Palomba è stato firmato il 5 febbraio e 4 giorni per attraversare il corridoio che separa la stanza del primo cittadino dall’ufficio del funzionario di palazzo Baronale sembrano eccessivi perfino per la pachidermica carovana del buongoverno.
La scelta ad personam
Ma a confermare i dubbi dei dissidenti della maggioranza è il passaggio sulla procedura adottata dall’amministrazione comunale: «L’individuazione dello studio professionale è avvenuto – scrive Pasquale Incarnato – mediante una valutazione dei professionisti abilitati al patrocinio innanzi alle magistrature superiori e iscritti nel precitato albo». Chi, come e perché ha scelto l’avvocato Alessandro Cacchione – a cui andranno 40.000 euro in cinque mesi – non è dato, al momento, sapere.
L’ipotesi annullamento
Riguardo l’annullamento dell’atto richiesto dai federati, il garante della trasparenza in municipio si lava le mani: «Una decisione del genere non può essere ascritta alla competenza dello scrivente». Le tre scimmiette del «non sento, non vedo, non parlo» non avrebbero saputo superare Pasquale Incarnato. D’altronde, loro non guadagnano – in soldi pubblici – centomila euro e spiccioli ogni anno.
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